Melo FRENI, La valle della luna, Giambra Editori, Messina, 2016, pp. 98, € 10
Questo romanzo, scritto da Melo Freni, una delle presenze più significative del panorama letterario siciliano contemporaneo nonché grande conoscitore delle tradizioni e della storia dell’isola, narra di una storia d’amore sullo sfondo di un triste episodio del nostro Risorgimento, la strage di Fantina.
La vicenda si svolge infatti nel 1862, all’indomani dell’Unità d’Italia, dopo il ferimento di Garibaldi sull’Aspromonte da parte dei bersaglieri capitanati da Cialdini che bloccarono l’avanzata dell’Eroe dei due Mondi in marcia verso la conquista di Roma. Il suo sogno era di completare l’unità del suo Paese con la liberazione di Roma, magari attraverso lo stesso abile dosaggio tra iniziativa ribellistica e tacita intesa con il governo, che aveva propiziato il successo dell’impresa dei Mille. I successori di Cavour non furono purtroppo alla sua altezza: nel giugno 1862 Garibaldi tornò in Sicilia, accolto con grande entusiasmo a Palermo e Marsala. Il governo guidato da Rattazzi decide però di impedire la risalita del Generale e la sua opposizione culminò nel celeberrimo episodio dell’Aspromonte, dove i bersaglieri di Cialdini osarono bloccare e ferire l’Eroe dei due Mondi. Dallo sbandamento conseguente delle camicie rosse e dei soldati sabaudi che per amore di Garibaldi avevano disertato e si erano uniti ai volontari, nasce l’episodio dal quale Melo Freni ha tratto ispirazione per questo romanzo breve. La valle della luna è il racconto della breve ma intensa storia d’amore tra Giovanni Botteri, ex soldato sabaudo fervente di patriottismo che ha lasciato l’esercito regolare per seguire Garibaldi, e Rosina Miceli, una fanciulla isolana figlia di un pastore di Fantina. Insieme ai suoi compagni, Giovanni è diretto a Novara dove tutti i combattenti garibaldini consegneranno le armi all’esercito regolare, a dimostrazione completa del loro ossequio alle leggi dello Stato. La truppa è animata da grande patriottismo tuttavia il morale è cambiato dopo che cominciarono a circolare tra i volontari, le notizie dell’Aspromonte. In una delle soste lungo il percorso, i volontari trovano grande ospitalità da parte della popolazione locale. Giovanni trova cibo e riposo nella casa di Rosina. In breve tra Giovanni e Rosina due scatta l’amore, ma nella notte le truppe regolari arrivano a Fantina e bussano alla porta della casa, arrestando Giovanni accusato di diserzione e portandolo via. La narrazione si conclude con gli spari del plotone di esecuzione, parte della triste pagina di storia dell’eccidio di Fantina. Tutto questo è narrato con una prosa lucida, tersa, con lo stile di uno scrittore che è pure giornalista come Melo Freni.